Sindrome dell’intestino permeabile: come porvi rimedio?

Spesso, soprattutto durante il cambiamento delle temperature, si hanno quei sintomi fastidiosi, come il gonfiore addominale, o una funzionalità intestinale irregolare, e spesso si passa da giorni in cui si ha stipsi a diarrea. In questi casi, potremmo essere di fronte ad una sindrome da alterata permeabilità intestinale, sempre più diffusa al giorno d’oggi.

Scopriamo insieme alla Dott.ssa Adriana Carotenuto, Biologa Nutrizionista, Dottore in Scienze della Nutrizione Umana, che cos’è la Leaky Gut Syndrome e se è possibile guarire da questa condizione.

Il termine inglese Leaky Gut è usato per indicare la sindrome da alterata permeabilità intestinale, una condizione in cui l’intestino diventa poroso e meno capace di fungere da barriera a cibo, batteri, funghi, allergeni, con i quali costantemente viene a contatto.

Quando la flora batterica intestinale (microbiota) è equilibrata, infatti, tutto funziona perfettamente e la membrana intestinale svolge adeguatamente il suo lavoro, lasciando passare nel sangue e nei tessuti sottostanti solo ciò che serve.

Quando, invece, si crea una disbiosi intestinale (disequilibrio della flora batterica), si innescano nell’intestino processi infiammatori conseguenti sia a un’inadeguata azione digestiva da parte dei microrganismi in esso presenti, sia ai cataboliti tossici prodotti dalla flora patogena in eccesso. Ecco, quindi, arrivare quei classici sintomi che lamentano molti pazienti come gonfiore addominale, stipsi alternata a diarrea, dolore addominale, senso di pienezza gastrica post-prandiale accompagnato da reflusso. Responsabile di questi sintomi si è scoperto da numerosi lavori oramai presenti in letteratura essere il cattivo funzionamento della parete intestinale.

Si può guarire da questa condizione?

Grazie all’utilizzo saggio, mirato e competente di un’adeguata alimentazione assieme ad integratori, probiotici, drenanti della matrice, attivatori degli emuntori, si può giungere alla risoluzione di questi disturbi.

Sembra che le persone con alti livelli di zonulina, proteina che regola la permeabilità intestinale, siano maggiormente esposte a patologie autoimmuni. Per riparare la membrana pare sia importante fare attenzione al glutine. Diversi studi hanno, infatti, dimostrato un aumento della zonulina in persone con malattia celiaca, ridotta tolleranza ai glicidi e diarrea recidivante.

Nella fase acuta della patologia, inoltre, bisogna eliminare dalla dieta i legumi, che contengono lectine e agglutinine, due sostanze che hanno un effetto infiammatorio sull’intestino. Elimineremo in questa fase anche le solanacee (melenzane, peperoni e pomodori), che contengono solanina che può contribuire ad aggravare la condizioni di disbiosi.

Preferire, invece, un’alimentazione con verdura cotta accompagnata a cereali a basso indice glicemico, e ricca di proteine che consentiranno un adeguato senso di sazietà.

Importante, inoltre, cuocere i cibi in modo adeguato. La cottura a fuoco alto, al forno, alla griglia, alla brace e la frittura liberano una certa quantità di Ages (Advanced Glycation End-product): composti molecolari molto aggressivi, in grado di alterare i tessuti cutanei rendendoli fragili.

Mantenere bassi i livelli di Ages è possibile non solo scegliendo gli alimenti giusti ma prediligendo cibi cotti al vapore o a fuoco lento.