Nutrizione all’avanguardia: quali sono gli esami strumentali a disposizione indispensabili per la scelta del giusto percorso?

Lo abbiamo chiesto alla Dott.ssa Adriana Carotenuto, Biologa Nutrizionista, Dottore in Scienze della Nutrizione Umana, con ampia esperienza nel settore.

 

Ad oggi il concetto di dietoterapia è in continua evoluzione.

Recarsi presso uno studio di nutrizione ed affrontare in maniera diretta il discorso di dieta, è un concetto ormai superato.

Infatti, abbiamo a disposizione innovativi strumenti in grado di mettere a fuoco la composizione corporea, capire in maniera precisa il vero dispendio energetico, (cioè, quante calorie si consumano in un giorno in condizioni di riposo) e la quantità e qualità del tessuto adiposo. Solo dopo queste accurate analisi, un’attenta valutazione della condizione di salute e una precisa analisi delle abitudini alimentari, sarà possibile scegliere il percorso su misura per la “remisse en forme”.

 

Gli esami strumentali a disposizione dell’Esperto in Nutrizione sono molteplici, tra questi troviamo:

 

La BIA è un esame semplice e non invasivo che viene effettuato con tecnica bioimpedenziometrica per l’analisi qualitativa e quantitativa della composizione corporea.

Vengono applicati su mano e piede del paziente quattro elettrodi collegati allo strumento. Viene fatta circolare la corrente a bassissima potenza, che, attraversando le strutture corporee, subirà un calo della sua intensità dovuta all’impedenza associata alle strutture corporee. Si basa sul dato fisico che l’acqua sia un buon conduttore di corrente elettrica, mentre il tessuto adiposo sia un buon isolante.

Serve ad avere una stima della composizione corporea: massa magra (acqua, muscoli, ossa) e massa grassa (tessuto adiposo). Tutti i pazienti possono eseguire l’esame, ad eccezione di chi è portatore di Pace Maker (stimolatore cardiaco), di neuro stimolatori, di impianti per l’udito e le pazienti in gravidanza. La Bia ci permette di valutare principalmente la quantità di acqua corporea, discriminando l’acqua intra ed extra cellulare, così da darci importanti informazioni riguardo al grado di ritenzione idrica del paziente. Ci permette di calcolare la massa magra del nostro organismo. Con questa informazione si può stimare il consumo di calorie, o di energia, del nostro corpo in condizioni di riposo.

L’unico strumento, invece, che ci consente di avere un calcolo preciso del metabolismo basale è la calorimetria indiretta.  È uno strumento che attraverso una maschera o un casco chiamato Canopy misura i volumi di ossigeno e anidride carbonica inspirata ed espirata dal paziente in un determinato lasso di tempo. Di solito la misura avviene dai 20 ai 30 minuti. Un filtro antibatterico e antivirale, monouso, impedisce contaminazioni. E’ un’analisi che andrebbe fatta in varie fasi della vita, essendo il metabolismo basale soggetto a variazioni ormonali, ambientali e soprattutto è soggetto a variazioni naturali (con il passare degli anni subisce grosse variazioni).

Il paziente sdraiato e riposato, senza fonti di disturbo respira in questa mascherina. È consigliato effettuarlo senza accompagnatori e con i telefoni spenti (o quantomeno in modalità senza suoneria). Ad analisi avviata, il calorimetro, minuto per minuto, misura i volumi di ossigeno e anidride carbonica e tramite algoritmi ben precisi restituisce un risultato espresso in kcal nelle 24 ore. Questo risultato sarà il metabolismo basale.

Il margine d’errore del risultato è pari solo al 2% e quindi la misura del metabolismo basale tocca la perfezione!

Quante volte ci si chiede:” Chissà com’è il mio metabolismo” oppure ci si dice: “Ho il metabolismo lento”. Ebbene, oggi è possibile saperlo con estrema precisione e con un’analisi semplice, economica e non invasiva.

L’Adipometro, invece, è uno strumento che utilizza la tecnologia ecografica. Tale strumento consente di misurare stratigraficamente lo spessore e la qualità del pannicolo adiposo. Ha la possibilità di distinguere il tessuto adiposo sottocutaneo, da quello profondo e dal tessuto muscolare.

Quello che interessa principalmente, in un percorso nutrizionale, è il secondo strato, quello del grasso profondo. Questo è diverso dal grasso viscerale, ma anch’esso collegato all’insorgenza di patologie metaboliche e cardiovascolari. Durante un percorso nutrizionale il grasso profondo dovrà diminuire di spessore. L’adipometro permette di osservare visivamente tale diminuzione monitorando così nel tempo il percorso nutrizionale.  

Non meno importante è la valutazione dello strato muscolare. Ottimo, in sintesi, per i controlli del sovrappeso ma anche per chi è perfettamente normopeso e vuole “combattere” i piccoli accumuli di grasso localizzato per un lavoro sempre più preciso e mirato. Un alleato importante per il nutrizionista, che permette di raggiungere precisione ed accuratezza massima, per offrire ai pazienti un servizio sempre migliore e innovativo.