In vista della stagione estiva si rimette in moto la corsa alla prova costume e sempre più donne chiedono aiuto alla nutrizionista.
Ma la tanto odiata cellulite è una vera e propria patologia?
La PEFS (panniculopatia-edemato-fibrosclerotica) è una patologia di natura infiammatoria come ci aiuta a capire il suffisso “ite”, si tratta in particolare di un’alterazione del tessuto sottocutaneo o ipoderma con ipertrofia delle cellule adipose. Sotto al derma si assiste ad una alterazione del sistema venoso e linfatico che rallenta il flusso del sangue provocando la ritenzione idrica, ovvero la stasi di liquidi negli spazi intercellulari dell’ipoderma.
Essenzialmente la cellulite è provocata da un’alterazione del microcircolo, ma è causata da un insieme di fattori, in parte legati alla propria genetica, e quindi di tipo ereditario, ed in parte legati all’ambiente in cui viviamo ed alla dieta. Questi fattori causano un’alterazione del sistema venoso e linfatico che provoca il rallentamento del flusso sanguigno e la ritenzione (stasi) di liquidi nel tessuto, che esteriormente si presenterà a “buccia d’arancia”. La soluzione chirurgica come unica terapia per la PEFS non porta a risultati soddisfacenti nel tempo.
Anche in questo caso l’integrazione terapeutica porta a migliori risultati applicando diete specifiche ed una attivita’ fisica che non tenda a sviluppare acido lattico: vietata ad esempio la corsa o gli sport in bicicletta!
LA PREVENZIONE INIZIA SICURAMENTE DALLA TAVOLA.
Un’alimentazione SPECIFICA COME LA DIETA CHETOGENA unitamente ad un buon programma di attività fisica può riuscire a ridurre e prevenire molti dei disturbi causati da un rallentamento del circolo venoso.
L’assunzione quasi esclusiva di proteine, che rappresenta un apporto calorico molto basso, obbliga l’organismo ad utilizzare le proprie riserve energetiche. Quindi il ridotto apporto di carboidrati stimola la lipolisi e la chetogenesi, fornisce energia al cervello ed ai tessuti, protegge la massa muscolare grazie all’apporto degli integratori aminoacidico-proteici ad alto valore biologico. Nelle diete proteiche, i lipidi endogeni rappresentano la principale fonte di energia e il loro catabolismo continua fino ad una loro consistente riduzione. Il risultato di questa dieta, da non confondere con quelle iperproteiche contraddistinte da quantità eccessive ed imprecise di proteine ed una scarsa attenzione alla qualità degli aminoacidi, è in genere costante e permette di perdere già tra il 7 e il 10% del peso di partenza nell’arco di soli 21 giorni. A tale dieta abbiamo attribuito il nome di “liposuzione alimentare” alla fine degli anni ’90, avendo constatato, in centinaia di casi, un riequilibrio della silhouette sia nelle donne ginoidi che nel maschio in sovrappeso con caratteristiche di tipo androide. Per meritare la definizione di “Liposuzione Alimentare” significa che tale dieta colpisce quelle zone del corpo, maschili e femminili, dove il tessuto adiposo presenta un metabolismo diverso rispetto alle altre parti dell’organismo accumulando grasso in eccesso. Importantissimo utilizzare durante questo specifico protocollo, se presente la tanto odiata cellulite dei flavonoidi per le loro proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e vasoprotettrici.
Sono anche detti flebotonici perchè rappresentano la terapia di fondo della stasi venosa cronica e da sempre sono considerati il cardine della terapia dell’insufficienza venosa. I flavonoidi esplicano la loro azione prevalentemente a livello dei capillari e delle venule postcapillari. A questo gruppo appartengono la DIOSMINA, la QUERCETINA, la ESPERIDINA, le ANTOCIANINE di mirtillo. I flavonoidi più comunemente utilizzati in specialità medicinali quali capillaroprotettori sono la diosmina e gli antociani che ritroviamo nei limoni, arance, pompelmi, agrumi, mirtilli e frutti rossi, ma che in dieta chetogena utilizzeremo sotto forma di integratori per evitare l’introduzione di glicidi.
Dott.ssa Adriana Carotenuto
Biologa Nutrizionista
Dottore in Scienze della Nutrizione Umana