Ritrovare leggerezza: la dieta chetogenica come alleato nel lipedema

La Dott.ssa Adriana Carotenuto, Biologa Nutrizionista e specialista in Scienze della Nutrizione Umana, ci guiderà nell’analisi del ruolo dell’alimentazione nella gestione del lipedema, illustrando come un piano nutrizionale mirato possa ridurre l’infiammazione e migliorare la qualità di vita delle pazienti.

 

Il lipedema è una condizione cronica e progressiva caratterizzata da un accumulo anomalo e simmetrico di tessuto adiposo, localizzato principalmente su gambe, cosce e glutei, e in alcuni casi anche su braccia.
Colpisce quasi esclusivamente il sesso femminile ed è frequentemente confuso con l’obesità o con il linfedema, sebbene presenti caratteristiche cliniche distintive.

Caratteristiche principali

  • Distribuzione simmetrica del grasso: a differenza dell’obesità, il lipedema interessa entrambe le estremità in modo uniforme, risparmiando generalmente mani e piedi.
  • Dolore e ipersensibilità al tatto: il tessuto adiposo colpito risulta dolente alla pressione e può associarsi a sensazioni di pesantezza e tensione agli arti.
  • Tendenza alla comparsa di ecchimosi: la fragilità capillare è aumentata, con conseguente formazione di lividi anche in seguito a traumi minimi.
  • Gonfiore progressivo nel corso della giornata: l’edema tende ad accentuarsi nelle ore serali e in posizione eretta prolungata.

Il lipedema è resistente alla perdita di peso: il tessuto adiposo patologico non risponde in modo efficace alle diete ipocaloriche tradizionali né all’attività fisica mirata, rendendo complesso il dimagrimento localizzato.

 

Gestione nutrizionale e approccio chetogenico

Non esiste, ad oggi, una terapia risolutiva per il lipedema, ma interventi mirati possono migliorare la sintomatologia e la qualità della vita.
Tra questi, un ruolo importante è attribuito all’alimentazione antinfiammatoria, in particolare alla dieta chetogenica, che rappresenta un potenziale strumento di supporto metabolico e sintomatico.

La dieta chetogenica favorisce la produzione di corpi chetonici (come il β-idrossibutirrato), molecole con documentate proprietà antinfiammatorie e antiossidanti.
Questo tipo di regime alimentare può apportare diversi benefici nelle pazienti con lipedema:

  • Riduzione dell’infiammazione sistemica e del gonfiore percepito;
  • Perdita di liquidi nelle fasi iniziali, con conseguente diminuzione della sensazione di pesantezza agli arti inferiori;
  • Miglior controllo glicemico e dell’insulino-resistenza, spesso associata al lipedema;
  • Miglioramento della mobilità e del benessere generale, grazie alla riduzione del grasso in distretti non colpiti dalla patologia.

È tuttavia fondamentale che la dieta chetogenica venga personalizzata e supervisionata da un professionista qualificato, per garantire il corretto bilanciamento dei nutrienti ed evitare carenze o squilibri metabolici.

Un approccio efficace può prevedere cicli intermittenti di chetosi di 14–21 giorni, alternati a fasi di dieta low-carb di mantenimento e integrati con fitocomplessi drenanti o flebotonici specifici, per ottimizzare il drenaggio linfatico e la microcircolazione.

 

In sintesi, il lipedema è una patologia complessa che richiede un approccio multidisciplinare.
L’intervento nutrizionale, in particolare la dieta chetogenica opportunamente calibrata, può rappresentare un valido supporto terapeutico complementare, con effetti positivi su infiammazione, sintomi locali e qualità di vita delle pazienti.